"Faccio fatica ad addormentarmi, a "fare tutta una tirata" di sonno...", "Non ho la sensazione di essermi riposata, anche se un po' ho dormito", "Di solito dormivo senza problemi...non mi sembra di essere ansioso o particolarmente preoccupato però in questo periodo mi sveglio mille volte a notte...".
Frasi che caratterizzano i racconti di molte persone in questa Fase2 dell'emergenza Covid19.
L'insonnia è strettamente correlata con lo stato di stress, ansia, depressione ed è inoltre facilitata da problemi psicosociali (futuro lavorativo, incertezza economica, isolamento). Va poi considerato il fatto che in questi ultimi mesi per tutti c'è stata una ridotta esposizione alla luce del sole (ambienti diurni con illuminazione artificiale) e una ridotta attività fisica; una eccessiva esposizione a fattori, situazioni e informazioni stressanti e talora contraddittorie.
Tutto ciò ha favorito la crescita esponenziale di disturbi del sonno con un elevato impatto negativo sulla qualità di vita.
Le nuove attività imposte dalla situazione spesso hanno comportato e comportano tuttora un utilizzo maggiore dei dispositivi elettronici, sia per interazione sociale (videochiamate, utilizzo di social network etc), sia per intrattenimento (abbuffate di serie tv, videogiochi...) , sia per lavoro o studio (smartworking e didattica a distanza).
Diversi studi hanno dimostrato che la sovraesposizione diurna agli schermi può avere un impatto negativo sul sonno. Quando si fa buio, una nostra ghiandola secerne l’ormone che comunica al corpo di “stancarsi” ed andare a dormire. La luce blu dei dispositivi elettronici (es. smartphone o pc) , inibisce la produzione di questo ormone (che è la melatonina) e così riduce sia la quantità che la qualità del sonno.
Il sonno è una funzione fondamentale per l’organismo perché:
consente di dare un ritmo chiaro al corpo durante la giornata, fondamentale per il rilascio degli ormoni;
potenzia il sistema immunitario;
influisce positivamente sulle funzioni cerebrali, contribuendo alle funzioni esecutive e a quelle legate all’apprendimento e alla memoria;
migliora l’umore, come emerge da alcune evidenze scientifiche che correlano la mancanza di sonno a una maggior irritabilità durante la veglia.
Possiamo dormire meglio, provando a:
mantenere un normale ritmo sonno-veglia, andando a letto e svegliandosi alla stessa ora ogni giorno;
favorire una routine definita, impostando la giornata con orari precisi per i pasti e per le attività lavorative, di studio e di svago;
fare esercizio fisico, evitando la fascia serale dopo cena;
evitare il “sonnellino pomeridiano” perché il rischio che si protragga oltre la durata consigliata (20-30 minuti) è alto, compromettendo il sonno notturno;
curare l’alimentazione, soprattutto a cena, limitando la quantità di cibo e l’apporto proteico;
evitare l’eccesso di caffeina che ostacola il sonno, e di alcool che causa un sonno leggero e frammentato;
evitare di tenere il cellulare vicino al letto, per l’eventuale disturbo causato dalle notifiche e per evitarne l’utilizzo qualora ci si svegliasse durante la notte;
cercare di allontanare i pensieri negativi nella fase di addormentamento.
(Centro Medicina del Sonno di San Raffaele Turro)
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